Viaggio in Sardegna – Volume 2 – Antichità

In questa versione digitalizzata del libro “Viaggio in Sardegna, Volume Secondo, Antichità” di Alberto della Marmora , appaiono per la prima volta le immagini che, da quanto ho compreso, originariamente erano incluse in un volume separato.

Considero queste immagini di grande importanza, sia per il fatto che ancora non esistono in formato digitale, sia perché danno una rappresentazione di come apparivano i siti archeologici ed altri manufatti nella prima metà dell’800.

Il libro inoltre permette di avere un idea dello stato della ricerca archeologica sulla Sardegna e delle teorie che vigevano prima del lavoro di Giovanni Lilliu che, seppur di grande importanza, ha anche avuto l’effetto di incanalare la ricerca e le relative teorie in una direzione specifica che è, a mio avviso, ancora comunque aperta al dibattito.

Infine, il libro fornisce un’eccellente esempio di metodo scientifico, oggi purtroppo in parte poco praticato. Consiglio a tutti gli appassionati di leggere, per esempio, il capitolo sui Nuraghi portando l’attenzione al modo di procedere di Alberto Della Marmora. Ogni nuraghe viene innanzitutto presentato tramite una descrizione oggettiva e colorita delle osservazioni fatte durante la visita di Della Marmora. Questa descrizione viene corredata da un disegno artistico del nuraghe e spesso da prospettive in scala eseguite da angoli diversi, come pure talvolta da sezioni, piante e addirittura da disegni che ne caratterizzano il collocamento geografico o topografico. Infine, Della Marmora conclude il capitolo con una rassegna delle diverse opinioni degli studiosi dell’epoca in merito all’origine e alla destinazione dei nuraghi stessi, includendo anche la sua opinione. Lo spazio per le speculazioni è molto ridotto, e viene chiaramente caratterizzato come tale tramite l’utilizzo del termine “opinioni”. Questo, a mio avviso, è un grande esempio di umiltà scientifica e modalità razionale di procedere. Se non è possibile determinare con certezza un dato, è necessario e scientificamente imperativo affermare che questo è lo stato dell’arte. Questo metodo contrasta con quanto spesso accade oggi, in cui una persona di rilievo accademico avanza un’ipotesi che poi, a causa dell’autorità di quello specifico scienziato, diventa un preconcetto sulla base del quale i seguenti ricercatori basano il loro lavoro, dimentichi del fatto che comunque si basano su un’opinione, per quanto prestigiosa possa essere.

Auguro a tutti una buona lettura.

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