La giusta via per acquisire una competenza sui media

di Uwe Buermann

Non vi sono dubbi che l’educazione alla competenza sui media è un obbiettivo formativo necessario. L’unica domanda che sorge è: come si fa a raggiungere concretamente questo obbiettivo? È sempre più facile stabilire un obbiettivo che descrivere il cammino da seguire per raggiungerlo, soprattutto quando si tratta di cammini in terre vergini. Ma anche se non possono essere definiti a priori tutti i passi da fare, si possono per lo meno mettere delle pietre miliari che indicano la giusta via. Per dare un contributo in questa direzione, è auspicabile chiarire che cosa sia esattamente la competenza sui media.

Cos’è la competenza sui media?

La competenza sui media è la capacità di utilizzare i media in maniera sensata. Nasce la domanda che cosa si intenda con ciò nello specifico. Sono importanti i concetti chiave “capacità” e “sensato”. Già la domanda riguardo l’utilizzo sensato in collegamento con i media è difficile da rispondere. Per questa ragione entreremo nel dettaglio in questo tema solo più avanti.

Le capacità si distinguono dal libero maneggio di singoli elementi e si compongono da diversi elementi. La formazione di capacità è sempre prerogativa di un processo che si deve svolgere durante un periodo prolungato.

Un elemento importante della formazione di capacità è l’esercitazione, visto che una capacità non può essere acquisita solo teoricamente. Una singola capacità si compone da un lato di singole abilità, e dall’altro di altre capacità le quali in questa combinazione vengono utilizzate in un nuovo ambito. A causa di questo annodamento di abilità e capacità diventa difficile l’osservazione di una singola capacità e soprattutto la descrizione della formazione di capacità. Per meglio comprendere osserviamo la capacità di guidare un’automobile: per guidare si devono sviluppare diverse abilità. Da un lato l’allievo conducente deve imparare le regole della strada. Dall’altro deve imparare a conoscere ed utilizzare i diversi elementi di controllo del veicolo onde poter guidare da solo (frizione, freni, acceleratore, segnali luminosi, tergicristallo, ecc.). Onde fare un giusto impiego di queste abilità, devono già essere presenti diverse capacità. L’allievo conducente deve per esempio saper distinguere tra destra e sinistra. Inoltre, deve essere in grado di muovere gli arti in maniera indipendente e coordinata, senza che la sua attenzione si concentri unicamente su questo. Chi si ricorda le sue prime ore di scuola guida, sa che già qui vi è una sfida nel fare i movimenti giusti nel momento giusto senza doverci pensare. Questa parte pratica può essere acquisita solo attraverso l’esercitazione, e le capacità più o meno sviluppate che già si posseggono contribuiscono a determinare quanto rapidamente si acquisisce la capacità di guidare un’automobile. Oltre alle abilità e alle capacità già nominate, si aggiunge ancora il fatto che l’individuo deve essere in grado di agire in maniera responsabile e preventiva. Solo quando tutte queste condizioni sono soddisfatte, ci si può presentare all’esame. La formazione di capacità però con si conclude così. L’applicazione pratica di quanto appreso conduce ad un accrescimento e di conseguenza ad una maggiore sicurezza di movimento nel traffico.

Torniamo alla competenza sui media. Come nell’esempio illustrato, vale ora la pena di osservare quali abilità e quali capacità specifiche vengono utilizzate quando si usano i media ed in particolare il computer in modo indipendente. Accanto al maneggio dei vari componenti (computer, schermo, tastiera, ecc.) si distingue il controllo del “mouse”. Questo dipende dal fatto che con il “mouse” non è possibile la normale coordinazione occhi-mano. I movimenti della mano su di una superficie orizzontale mostrano il loro effetto su di una superficie verticale (lo schermo). A questo si aggiunge il fatto che con le impostazioni standard di oggi la lunghezza delle distanze percorse non corrispondono. Un movimento corto del mouse determina un movimento più lungo del cursore sullo schermo. Il fatto che questa sia una capacità particolare diventa evidente nelle persone anziane che imparano ad utilizzare un computer solo in età avanzata. Non appena perdono di vista il cursore, rivolgono lo sguardo al movimento della mano, fatto che rispecchia il normale coordinamento occhi-mano, ma che però in questo caso non aiuta. Visto che il computer ed i programmi seguono leggi logico-matematiche, deve esistere o venir sviluppata la capacità di riconoscere e comprendere queste leggi. Solo questo permette l’utilizzo sovrano di specifiche applicazioni.

Onde poter utilizzare il computer in maniera sensata, deve esserci una certa quantità di capacità di giudizio, che include la possibilità di autoconsapevolezza e autovalutazione. Se si osservano solo queste facoltà diventa evidente che un bambino non le possiede del tutto o solo parzialmente, nello stesso modo come per la conduzione di un’automobile. Ovviamente anche un ragazzo di 10 anni può imparare a manovrare un’automobile, ma le capacità spirituali (capacità di giudizio, sapersi assumere la responsabilità per se stesso e per gli altri, ecc.) presuppongono una maturità che il bambino ancora non possiede. Lo stesso vale per l’utilizzo del computer, in cui il maneggio è infantile nel vero senso del termine, mentre che l’utilizzo indipendente e responsabile presuppone una certa maturità. Per questa ragione oggi non a torto si dice che una “licenza per l’utilizzo del computer” dovrebbe essere rilasciata nell’ambito della formazione alla competenza sui media. Il problema è solo che molti di coloro che parlano di una “licenza per l’utilizzo del computer” vogliono educare e verificare solo le abilità.

L’utilizzo sensato del computer

In contrapposizione ad altri media, i computer sono strumenti di lavoro multifunzionali. Il computer in sé non fa nulla. Solo i programmi istallati forniscono al computer possibilità di utilizzo. Il vero senso viene dato solo e unicamente dall’utilizzatore. In questo senso generalmente non esistono possibilità di applicazione sensate e possibilità di applicazione insensate nell’utilizzo del computer. Lo stesso programma può fornire aiuto sensato e facilitazione nel lavoro in un caso e spreco insensato di tempo in un altro caso. Il giudizio sta’ al singolo utilizzatore. Un altro esempio: se qualcuno cataloga i suoi libri solo perché possiede un programma di database, senza utilizzare in futuro la banca dati, sta’ sprecando tempo ed in realtà sta’ solo giochicchiando. Se qualcuno invece vuole catalogare i suoi libri perché presta spesso libri ad amici e conoscenti, il programma di database è un aiuto e l’impegno di lavoro per la creazione della banca dati si giustifica con il futuro utilizzo del programma. Onde saper decidere se il computer nei singoli casi fornisce una facilitazione, l’individuo deve sapere che possibilità forniscono i specifici programmi e quali requisiti necessitano i compiti da eseguire. Il tanto celebrato risparmio di tempo del computer diventa efficace solo quando si tiene conto di questo punto di vista, perché solo il continuo utilizzo di un programma può compensare la mole di lavoro necessaria alla sua istituzione. In realtà la domanda sull’utilizzo sensato può trovare risposta solo attraverso l’esperienza, visto che il metro di misura dipende da ogni singolo utilizzatore.

Questo significa che l’individuo deve avere valutato diverse possibilità per risolvere il problema o per elaborare il compito onde poter giudicare quale via sia per lui la più sensata. Proprio attraverso il precoce inserimento della tecnologia nelle scuole per i bambini viene resa sempre più difficile la raccolta di esperienze di confronto. Prendiamo per esempio la calcolatrice: una persona che sa fare calcoli mentali con rapidità e sicurezza, prenderà in aiuto la calcolatrice solo per calcoli difficili, visto che per esperienza sa’ che con calcoli facili avrà trovato la soluzione prima di essere riuscito a mettere in funzione la calcolatrice. Se la calcolatrice viene introdotta troppo presto, la capacità di calcolo mentale non viene sviluppata o viene sviluppata solo in maniera parziale. Di conseguenza la calcolatrice verrà utilizzata anche per calcoli semplici, visto che non vi è sicurezza nel calcolo mentale e quindi l’utilizzo dell’oggetto tecnologico di aiuto appare sensato.

La stessa cosa vale per le altre capacità culturali, come per esempio la scrittura. Se da un canto, quando si ha raggiunto uno sviluppo delle capacità di base, il computer diventa una espansione delle stesse dando in questo modo la possibilità di affrontare compiti più complessi, dall’altro con l’introduzione precoce diventa una stampella per le capacità di base non ancora sviluppate o poco sviluppate. La formazione delle capacità di base (scrivere, leggere, calcolare, pensiero indipendente) è in questo senso una componente essenziale della formazione alla competenza sui media e deve continuare a far parte in senso classico (quindi indipendente dal computer) della formazione scolastica.

Internet quale pietra di paragone della competenza sui media

Le varie offerte di internet continuano a fare notizia in positivo ed in negativo. Accanto alla ricchezza di contenuti giusti e sensati, troviamo altrettanti contenuti errati, insensati e criminali. Proprio nell’utilizzo pedagogico del computer si pone sempre la domanda sul come possiamo proteggere i bambini ed i giovani da contenuti pornografici e estremisti. In base alla struttura aperta di internet, esiste solo una risposta: proprio per nulla! Tutti i tentativi con programmi che filtrano contenuti, che promettono sicurezza a genitori e allievi, falliscono nella pratica, visto che o vengono filtrati dal programma anche contenuti sensati, oppure passano comunque anche contenuti non desiderati. La discussione giuridica su questo tema giunge sempre alla stessa conclusione: abbiamo bisogno dell’utente responsabile e il libero autocontrollo del fornitore.

Non è necessario dibattere ulteriormente in questa sede quanto uomini con interessi criminali si attengano ad un libero autocontrollo. Quello che quindi rimane è l’utente responsabile. Questo significa che il singolo deve decidere quali contenuti siano per lui convenienti e sensati. Questo richiede, accanto alla capacità di autovalutazione, una sana capacità di giudizio, entrambi elementi che non è possibile pretendere dai ragazzi. In altre parole: onde poter utilizzare internet da solo in maniera sensata, l’utilizzatore deve possedere competenza sui media! L’utilizzo indipendente di internet si trova quindi alla fine della formazione alla competenza sui media. Se l’accesso venisse fornito prima, vi è un obbligo di supervisione per gli educatori coinvolti (docenti e genitori), obbligo che in conseguenza delle già citate insufficienze, non può essere delegato a programmi che filtrano contenuti. Quando vengono quindi istituiti asili con accesso ad internet, come è accaduto nel Nordrheinwestfalen, dovrebbe esserci un educatore per ogni postazione di lavoro, il quale accompagna le azioni dei piccoli in internet e li protegge dagli influssi negativi che giungono da offerte criminali. Lo stesso vale per le scuole elementari e per le scuole medie.

Riepilogo

Se definiamo la competenza sui media quale nuova capacità culturale, questo non significa che le vecchie capacità culturali sono diventate superflue. È importante osservare la sequenza: dopo la formazione delle capacità culturali classiche, la competenza sui media è una capacità indispensabile al giorno d’oggi. Come è stato mostrato, la formazione di altre capacità è una componente essenziale della formazione alla competenza sui media. Chi vuole garantire ai bambini di oggi l’accesso al futuro, deve badare che le capacità di base vengano formate!

Naturalmente a scuola deve esserci il computer, ma non quale sostituto dei concetti educativi esistenti fino ad oggi, ma quale complemento nell’età giovanile.

Anche quando il computer viene impiegato, agli studenti deve essere data la possibilità di fare confronti tra il lavoro usuale e quello aiutato dal computer. Accanto alla ricerca di informazioni su internet deve continuare a far parte dell’educazione anche la ricerca di informazioni in biblioteca. Solo allora il computer può divenire un attrezzo sensato per il singolo e assumere di diritto il suo ruolo nella società.